Exilium-Katabasis, IDEA editore. Recensione
Mi approccio sempre con un po’ di timore agli urban fantasy. Le delusioni sono state molte e temo che altre mi aspettino dietro l’angolo.
Non è questo il caso.
Exilium, di Andrea Piera Laguzzi e Hilary Sechi, edito IDEA è un romanzo congegnato con precisione e che sa intrattenere il lettore.
Mi ha sorpreso molto la capacità delle autrici di mescolare la loro scrittura. Parliamo di un libro scritto a quattro mani ma, credetemi, se non fosse segnalato sulla copertina, sarebbe impossibile accorgersene. C’è un’alchimia rara tra le autrici, ogni personaggio ha la sua voce e la sua personalità ma tutto sembra definito con la stessa, talentuosa penna.
L’ambientazione è un altro punto forte. Siamo in una Genova oscura, pericolosa e, a tratti, molto vera. Evocata con abilità, si disegna nella mente del lettore con le sue strade, i suoi monumenti e i suoi edifici graffiati da smog e traffico incessante. Si sente subito che le autrici amano la città Ligure e la sfruttano con sentimento, incuneandosi nel suo tessuto urbano e riempiendolo di segreti e misteri che scendono fino all’inferno.
L’idea è originale e mi ha rapito da subito. Gli angeli ignavi, che durante la guerra contro Lucifero hanno deciso di non schierarsi, pagheranno la loro scelta nel corso di centinaia di anni, passando da duelli contro demoni infernali a lotte molto più umane contro sentimenti e risentimenti.
La trama perde un po’ di incisività nella parte centrale del romanzo. È fisiologico, i personaggi principali si incontrano e gestire le loro voci non è semplice e non è immediato. Alcune scelte hanno un po’ frenato l’entusiasmo iniziale e Azzurra (una delle protagoniste) mi ha reso difficile restare calmo. Il finale però riparte alla grande e tiene con il fiato sospeso. Ora attendo il secondo con molta attenzione.
In conclusione, abbiamo un urban fantasy totalmente italiano, un pó dark he piacerà agli amanti del genere, perchè utilizza con intelligenza topoi letterari.
Un’idea originale, vari richiami alla mitologia così come alla religione utilizzati per arricchire la trama e un nonno ( di nome Omero) degno di Paola Barbato.
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