La nube purpurea, Mondadori. Recensione
Continua, tra gli altri, la lettura dei romanzi “Last man novel” e dopo “Io sono leggenda” tocca a “La nube purpurea, romanzo fantascientifico pubblicato agli albori del 900’, di M. P. Shiel.
Una spedizione al polo, un’avventura di scoperta e pericolo attende la nave Boreal nel suo viaggio verso i confini del mondo. Siamo a inizio 900 e il polo non è stato mai calpestato da nessun uomo e la spedizione ha una notevole rilevanza in ogni grado della società. Adam Jeffson finisce sulla nave per i suoi titoli e per qualche “interferenza” esterna. Il viaggio cambierà la sua vita. Giungerà a destinazione con incredibili fatiche e da qui osserverà, ignaro, la nube purpurea che abbraccia il cielo e che porterà dietro di se la morte, lasciandolo solo. Il viaggio verso casa gli mostrerà la verità e una volta afferrata dovrà decidere cosa fare della sua vita e della terra che, ora, è interamente sua.
Un romanzo particolare, innovativo e geniale. Non è difficile supporre che quando uscì, ormai più di cento anni fa, si impresse nella mente dei lettori con forza. Shiel, infatti, gioca con le paure e i timori di quei tempi, fotografando la situazione della razza umana; la compatisce, la rimprovera e a, tratti, la deride.
La nube purpurea, miasmo mortifero, uccide tutto al suo passaggio, uomini e animali, lasciando in vita solo lui. Adam, tra veri deliri e momenti di pura e geniale lucidità, intraprenderà il suo viaggio a braccetto della solitudine, mostrandoci un mondo vuoto e silenzioso. La nube lascia i cadaveri intatti e la morte improvvisa li blocca nella loro ultima azione. Ci sono barbieri intenti a tagliare i capelli a crani ormai putrefatti, intere famiglie al tavolo a mangiare, amanti rimasti intrecciati nell’ultimo abbraccio. Una montagna di cadaveri in ogni città, che Adam non si limita a visitare ma sviscera in ricerca di vita.
Un ritratto dell’umanità nel suo ultimo istante di sopravvivenza, intenta a uccidere, scappare e tentare la salvezza.
Come un novello Odisseo, Adam con i suoi battelli a vapore e le sue incredibili capacità di orientamento, ci condurrà in un giro intorno al mondo, alla scoperta di città ormai sconfitte dalla natura. Una vera discesa nell’ade che porterà il nostro protagonista a scelte drastiche e drammatiche, tutto per non cedere la
mente alla disperazione.
La scrittura è barocca, zeppa di descrizioni, di elenchi infiniti che frenano il ritmo ma non lo stravolgono. Uno stile d’altri tempi che, con riferimenti notevoli alla mitologia e alla religione, condurrà Adam alla scelta finale, cruciale per la vita o la morte dell’umanità.
Commenti
Posta un commento